Come tutti gli insegnanti sanno, quando ci si trova di fronte ad unaclasse di alunni, di qualsiasi genere ed età, si deve valutare qualesia il metodo didattico più efficace per “raggiungere” le menti deglialtri, delle quali si ha almeno un’idea approssimativa o ingenua. Lafase di scelta della metodologia didattica è naturalmenteinfluenzata dagli obiettivi che si intendono raggiungere con ilpercorso didattico proposto. Sebbene queste possano sembrareaffermazioni banali per chiunque si occupi di educazione epedagogia, pensiamo non sia inutile ricordarle, visto cherappresentano la base di partenza del ragionamento cheproponiamo.D’altra parte, la filosofia della mente e le scienze cognitive siinterrogano proprio su che tipo di oggetto sia la mente e sul suofunzionamento nei processi cognitivi e comunicativi. Questeconoscenze dovrebbero informare le scelte educative delle famigliee della scuola, ma ciò, almeno in Italia, non avviene quasi mai. Uncaso su tutti riguarda l’insegnamento delle lingue straniere nellascuola: sebbene si sappia da diversi decenni che soltantol’esposizione precoce a stimoli linguistici con caratteristichefonologiche e sintattiche diverse dalla madrelingua possaassicurare lo sviluppo di una eccellente competenza linguistica,questo non ha impedito a generazioni di ragazzi italiani diincontrare professori di lingua straniera non madrelingua e dicominciarne lo studio soltanto alla fine delle scuole elementari.Per questo motivo, pensiamo che il dialogo tra filosofia dellamente, scienze cognitive, teorie e pratiche didattiche in uso vadaincoraggiato e possa rivelarsi molto fruttuoso. Questo contributovuole esserne un esempio.
Mente estesa e apprendimento digitale: considerazioni epistemologiche sul processo di valutazione
Piredda Giulia
2015-01-01
Abstract
Come tutti gli insegnanti sanno, quando ci si trova di fronte ad unaclasse di alunni, di qualsiasi genere ed età, si deve valutare qualesia il metodo didattico più efficace per “raggiungere” le menti deglialtri, delle quali si ha almeno un’idea approssimativa o ingenua. Lafase di scelta della metodologia didattica è naturalmenteinfluenzata dagli obiettivi che si intendono raggiungere con ilpercorso didattico proposto. Sebbene queste possano sembrareaffermazioni banali per chiunque si occupi di educazione epedagogia, pensiamo non sia inutile ricordarle, visto cherappresentano la base di partenza del ragionamento cheproponiamo.D’altra parte, la filosofia della mente e le scienze cognitive siinterrogano proprio su che tipo di oggetto sia la mente e sul suofunzionamento nei processi cognitivi e comunicativi. Questeconoscenze dovrebbero informare le scelte educative delle famigliee della scuola, ma ciò, almeno in Italia, non avviene quasi mai. Uncaso su tutti riguarda l’insegnamento delle lingue straniere nellascuola: sebbene si sappia da diversi decenni che soltantol’esposizione precoce a stimoli linguistici con caratteristichefonologiche e sintattiche diverse dalla madrelingua possaassicurare lo sviluppo di una eccellente competenza linguistica,questo non ha impedito a generazioni di ragazzi italiani diincontrare professori di lingua straniera non madrelingua e dicominciarne lo studio soltanto alla fine delle scuole elementari.Per questo motivo, pensiamo che il dialogo tra filosofia dellamente, scienze cognitive, teorie e pratiche didattiche in uso vadaincoraggiato e possa rivelarsi molto fruttuoso. Questo contributovuole esserne un esempio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.