Lo sviluppo del linguaggio avviene in modo rapido e naturale in ogni bambina e bambino con sviluppo cognitivo nella norma che è immerso in un ambiente linguistico sufficientemente ricco ed accessibile. Si calcola che, in condizioni normali, l’apprendente sia in grado di acquisire fino a nove nuove parole al giorno entro i primi 6 anni di vita (Carey, 1978). Questa fioritura lessicale, resa possibile da un’esposizione ad almeno un milione di parole all’anno (Gilkerson et al., 2017; Hart e Risley, 1992) si accompagna ad una crescente sensibilità linguistica, dimostrata non solo dal lessico utilizzato, ma anche, e soprattutto, dalla sistematicità e dalla creatività con cui espressioni linguistiche di senso compiuto vengono prodotte: una bambina di poco più di 3 anni (Antelmi, 1997, 2004), ad esempio, usa perfettamente al participio passato un verbo di sua invenzione “ciacchiucchiare” (storpiatura di “ciacciare” inteso come “rimestare”) con tanto di scatologica specificazione del luogo dell’evento espressa da un appropriato sintagma locativo (“nella popò”). Come dimostra l’ilare correzione della sperimentatrice che interagisce con la bambina (“ciacciucchiato nella popò, ah ah!”) questa espressione non era ragionevolmente mai stata sentita pronunciare da un adulto quando la bambina l’ha usata produttivamente per la prima volta.
Sviluppo e valutazione del linguaggio verbale in condizioni speciali: il caso della sordità e della lingua seconda
Cristiano Chesi
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01
Abstract
Lo sviluppo del linguaggio avviene in modo rapido e naturale in ogni bambina e bambino con sviluppo cognitivo nella norma che è immerso in un ambiente linguistico sufficientemente ricco ed accessibile. Si calcola che, in condizioni normali, l’apprendente sia in grado di acquisire fino a nove nuove parole al giorno entro i primi 6 anni di vita (Carey, 1978). Questa fioritura lessicale, resa possibile da un’esposizione ad almeno un milione di parole all’anno (Gilkerson et al., 2017; Hart e Risley, 1992) si accompagna ad una crescente sensibilità linguistica, dimostrata non solo dal lessico utilizzato, ma anche, e soprattutto, dalla sistematicità e dalla creatività con cui espressioni linguistiche di senso compiuto vengono prodotte: una bambina di poco più di 3 anni (Antelmi, 1997, 2004), ad esempio, usa perfettamente al participio passato un verbo di sua invenzione “ciacchiucchiare” (storpiatura di “ciacciare” inteso come “rimestare”) con tanto di scatologica specificazione del luogo dell’evento espressa da un appropriato sintagma locativo (“nella popò”). Come dimostra l’ilare correzione della sperimentatrice che interagisce con la bambina (“ciacciucchiato nella popò, ah ah!”) questa espressione non era ragionevolmente mai stata sentita pronunciare da un adulto quando la bambina l’ha usata produttivamente per la prima volta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.