I cervelli sono necessari alla nostra attività di pensiero: un serio danno al cervello comporta anche seri, e a volte irreparabili, danni alle nostre capacità mentali. Su questo l’accordo è unanime. Ma in gran parte della coscienza pubblica, il nesso tra cervello e attività mentale è ancora più stretto. E’ molto frequente, infatti, imbattersi nell’idea secondo cui il cervello, o alcuni dei suoi neuroni, sono soggetti di pensiero a pieno titolo e che, da questo punto di vista, essi si trovino come minimo sullo stesso piano degli esseri umani a cui i cervelli e i neuroni appartengono. Scopo del saggio è una discussione critica di questa idea. In particolare, nel §2 ci si occupa di un’obiezione all’idea dei cervelli pensanti che ha le sue radici nella filosofia analitica della metà del ‘900: l’argomento della fallacia mereologica. Nel §3 viene considerata la replica di Daniel Dennett a questo argomento, replica che presuppone la verità degli assunti di base della ‘scienza cognitiva classica’. Nel §4 si mostra come la prospettiva sulla mente introdotta della cosiddetta ‘nuova scienza cognitiva’ finisca in qualche modo per riabilitare l’argomento della fallacia mereologica, e nel §5, infine, tirando le fila del discorso, vengono proposte alcune considerazioni conclusive.
Tra filosofia e neuroscienze. La questione dei cervelli pensanti
michele di francesco
;alfredo tomasetta
2018-01-01
Abstract
I cervelli sono necessari alla nostra attività di pensiero: un serio danno al cervello comporta anche seri, e a volte irreparabili, danni alle nostre capacità mentali. Su questo l’accordo è unanime. Ma in gran parte della coscienza pubblica, il nesso tra cervello e attività mentale è ancora più stretto. E’ molto frequente, infatti, imbattersi nell’idea secondo cui il cervello, o alcuni dei suoi neuroni, sono soggetti di pensiero a pieno titolo e che, da questo punto di vista, essi si trovino come minimo sullo stesso piano degli esseri umani a cui i cervelli e i neuroni appartengono. Scopo del saggio è una discussione critica di questa idea. In particolare, nel §2 ci si occupa di un’obiezione all’idea dei cervelli pensanti che ha le sue radici nella filosofia analitica della metà del ‘900: l’argomento della fallacia mereologica. Nel §3 viene considerata la replica di Daniel Dennett a questo argomento, replica che presuppone la verità degli assunti di base della ‘scienza cognitiva classica’. Nel §4 si mostra come la prospettiva sulla mente introdotta della cosiddetta ‘nuova scienza cognitiva’ finisca in qualche modo per riabilitare l’argomento della fallacia mereologica, e nel §5, infine, tirando le fila del discorso, vengono proposte alcune considerazioni conclusive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.