Attraverso l'etnografia a Peña Blanca, nel Cile settentrionale, il libro riflette sulle contemporanee e spesso invisibili manifestazioni del cambiamento climatico, e sulle strategie nate dal basso per affrontarlo. Quella ambientale spesso si rivela una crisi di molteplici relazioni - con l'ambiente, con la collettività e con i non-umani - prendendo la forma di una fine del mondo in ottica demartiniana. L'acqua e la nebbia costituiscono il filo rosso della riflessione, che lega la vita biologica a quella culturale, l'ecologia alla storia, la natura alla cultura, in un intreccio che cancella i confini netti di queste dicotomie restituendoci un disegno complesso di relazioni confuse. La sfida che ci si pone di fronte consiste allora nel trovare nuovi immaginari, nuovi significati e nuove poetiche dell'altro. A Peña Blanca, ciò è stato possibile anche grazie alla costruzione degli atrapanieblas, reti utilizzate per "intrappolare" la nebbia e trasformarla in acqua. L'ideazione di queste strutture ha fatto fronte alla diffusione di stress, preoccupazione e ansia rendendo fertile una discussione sulla fenomenologia della nebbia, dell'acqua, e del vento come elementi più-che-umani che contribuiscono alla costruzione sociale di un ambiente in crisi.
I cacciatori di nebbia
Viola Di Tullio
2023-01-01
Abstract
Attraverso l'etnografia a Peña Blanca, nel Cile settentrionale, il libro riflette sulle contemporanee e spesso invisibili manifestazioni del cambiamento climatico, e sulle strategie nate dal basso per affrontarlo. Quella ambientale spesso si rivela una crisi di molteplici relazioni - con l'ambiente, con la collettività e con i non-umani - prendendo la forma di una fine del mondo in ottica demartiniana. L'acqua e la nebbia costituiscono il filo rosso della riflessione, che lega la vita biologica a quella culturale, l'ecologia alla storia, la natura alla cultura, in un intreccio che cancella i confini netti di queste dicotomie restituendoci un disegno complesso di relazioni confuse. La sfida che ci si pone di fronte consiste allora nel trovare nuovi immaginari, nuovi significati e nuove poetiche dell'altro. A Peña Blanca, ciò è stato possibile anche grazie alla costruzione degli atrapanieblas, reti utilizzate per "intrappolare" la nebbia e trasformarla in acqua. L'ideazione di queste strutture ha fatto fronte alla diffusione di stress, preoccupazione e ansia rendendo fertile una discussione sulla fenomenologia della nebbia, dell'acqua, e del vento come elementi più-che-umani che contribuiscono alla costruzione sociale di un ambiente in crisi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.