La monografia presenta i risultati dell’analisi – condotta in una prospettiva di diritto comparato e di analisi economica del diritto – degli strumenti giuridici e dei modelli istituzionali preposti al governo dei rischi di danno catastrofale, inteso come il pregiudizio patrimoniale scaturente dal verificarsi di un fenomeno estremo e concernente la sfera giuridica di una pluralità di soggetti, il cui impatto cumulativo assume i connotati dell’eccezionalità. La nozione di danno catastrofale è qui ricondotta alle conseguenze economiche negative di un evento catastrofale, quale un fenomeno naturale estremo – un terremoto, un’alluvione, una tempesta, un uragano – oppure un evento determinato in via diretta dalla condotta umana, sia essa a carattere intenzionale – si pensi al caso di un attacco terroristico di vasta scala – sia essa di natura non volontaria, come per l’ipotesi di un incidente industriale, nucleare o tecnologico. In un contesto ove il meccanismo tradizionale della responsabilità civile risarcitoria viene messo in seria difficoltà, è necessario rivolgere l’attenzione ad altri strumenti giuridici, quali l’assicurazione diretta del danno da calamità, la riassicurazione internazionale e le forme più innovative di finanziamento e trasferimento dei rischi estremi, quali le obbligazioni catastrofali – o cat bonds –dirette a polverizzare il rischio sul mercato globale dei capitali. In Italia, il sistema di finanziamento dei rischi catastrofali è ancora saldamente ancorato al meccanismo passivo della legislazione dell’emergenza e dello stanziamento postumo di fondi pubblici ad hoc, il quale presenta rilevanti aree di criticità nell’allocazione delle risorse necessarie a far fronte ai costi connessi ai disastri, sia sul piano dell’efficienza che su quello dell’equità. È palese che un siffatto approccio di stampo assistenzialistico non può innescare alcun meccanismo virtuoso di incentivo alla gestione efficiente dei costi delle catastrofi, mancando la necessaria componente di responsabilizzazione individuale dei soggetti esposti al rischio. Alla luce dell’esperienza maturata e delle soluzioni sperimentate in altri ordinamenti e nel rispetto del principio costituzionale di solidarietà, appare chiara la necessità di divisare nuove forme di risposta giuridica ed istituzionale nell’ambito delle quali i meccanismi di trasferimento e finanziamento dei rischi estremi possano da un lato alleviare l’onere posto a carico del bilancio pubblico dello Stato e dall’altro innescare adeguati incentivi per la riduzione dell’esposizione e della vulnerabilità al rischio e, dunque, aumentare la resilienza fisica e finanziaria del sistema.
Il Danno Catastrofale. Strumenti Giuridici e Modelli Istituzionali per la Gestione dei Rischi Estremi
MONTI A
2012-01-01
Abstract
La monografia presenta i risultati dell’analisi – condotta in una prospettiva di diritto comparato e di analisi economica del diritto – degli strumenti giuridici e dei modelli istituzionali preposti al governo dei rischi di danno catastrofale, inteso come il pregiudizio patrimoniale scaturente dal verificarsi di un fenomeno estremo e concernente la sfera giuridica di una pluralità di soggetti, il cui impatto cumulativo assume i connotati dell’eccezionalità. La nozione di danno catastrofale è qui ricondotta alle conseguenze economiche negative di un evento catastrofale, quale un fenomeno naturale estremo – un terremoto, un’alluvione, una tempesta, un uragano – oppure un evento determinato in via diretta dalla condotta umana, sia essa a carattere intenzionale – si pensi al caso di un attacco terroristico di vasta scala – sia essa di natura non volontaria, come per l’ipotesi di un incidente industriale, nucleare o tecnologico. In un contesto ove il meccanismo tradizionale della responsabilità civile risarcitoria viene messo in seria difficoltà, è necessario rivolgere l’attenzione ad altri strumenti giuridici, quali l’assicurazione diretta del danno da calamità, la riassicurazione internazionale e le forme più innovative di finanziamento e trasferimento dei rischi estremi, quali le obbligazioni catastrofali – o cat bonds –dirette a polverizzare il rischio sul mercato globale dei capitali. In Italia, il sistema di finanziamento dei rischi catastrofali è ancora saldamente ancorato al meccanismo passivo della legislazione dell’emergenza e dello stanziamento postumo di fondi pubblici ad hoc, il quale presenta rilevanti aree di criticità nell’allocazione delle risorse necessarie a far fronte ai costi connessi ai disastri, sia sul piano dell’efficienza che su quello dell’equità. È palese che un siffatto approccio di stampo assistenzialistico non può innescare alcun meccanismo virtuoso di incentivo alla gestione efficiente dei costi delle catastrofi, mancando la necessaria componente di responsabilizzazione individuale dei soggetti esposti al rischio. Alla luce dell’esperienza maturata e delle soluzioni sperimentate in altri ordinamenti e nel rispetto del principio costituzionale di solidarietà, appare chiara la necessità di divisare nuove forme di risposta giuridica ed istituzionale nell’ambito delle quali i meccanismi di trasferimento e finanziamento dei rischi estremi possano da un lato alleviare l’onere posto a carico del bilancio pubblico dello Stato e dall’altro innescare adeguati incentivi per la riduzione dell’esposizione e della vulnerabilità al rischio e, dunque, aumentare la resilienza fisica e finanziaria del sistema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.